Porcheddu Soc. Ing. G. A.

Costituzione: 2 giugno 1906

Codice ISMIN: 48901

Il maggior merito dell’ing. Porcheddu fu quello di aver intuito e apprezzato per primo in Italia e poi ampiamente divulgato l’importanza della nuova tecnica costruttiva del cemento armato (detta più propriamente del conglomerato cementizio armato), sperimentata e brevettata nell’ultimo decennio del secolo scorso dal geniale costruttore (poi ingegnere) di origine belga François Hennebique (1842-1921). Fino ad allora le comuni costruzioni abitative e anche quelle industriali, erano tradizionalmente costituite da strutture verticali portanti in muratura piena (mattoni o blocchi di pietra legati con malta cementizia) e da solai e coperture poggianti su travi di legno o di ferro. Hennebique, introducendo il nuovo sistema del conglomerato cementizio internamente a... Altro

ISMIN Immagine Provincia Emissione Taglio Rarità Valore
A-48901Porcheddu Soc. Ing. G. A.-1Torino191025 azioni di fondazione al portatore da 100 LireR3 (501-1000 pezzi)S3 (da 51 a 100 €)
B-48901Porcheddu Soc. Ing. G. A.-2Torino1928100 azioni al portatore da Lire 100R2 (1001-5000 pezzi)S3 (da 51 a 100 €)

Il maggior merito dell’ing. Porcheddu fu quello di aver intuito e apprezzato per primo in Italia e poi ampiamente divulgato l’importanza della nuova tecnica costruttiva del cemento armato (detta più propriamente del conglomerato cementizio armato), sperimentata e brevettata nell’ultimo decennio del secolo scorso dal geniale costruttore (poi ingegnere) di origine belga François Hennebique (1842-1921). Fino ad allora le comuni costruzioni abitative e anche quelle industriali, erano tradizionalmente costituite da strutture verticali portanti in muratura piena (mattoni o blocchi di pietra legati con malta cementizia) e da solai e coperture poggianti su travi di legno o di ferro. Hennebique, introducendo il nuovo sistema del conglomerato cementizio internamente armato con profilati di ferro razionalmente disposti e rafforzati con apposite staffe, rivoluzionò del tutto i moduli costruttivi precedenti e, considerata la maggiore compattezza e sicurezza degli edifici, specialmente contro gli incendi, contribuì a dare un forte impulso innovativo alla straordinaria evoluzione urbanistica e industriale sviluppatasi in Europa tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
I nuovi metodi all’inizio furono accolti con molta diffidenza in Italia, dove quasi nessuno degli ingegneri e costruttori volle prenderli in considerazione. Nel resto dell’Europa occidentale, invece, essi furono accolti con maggior favore, e lo Hennebique attraverso una Società Generale portante il suo nome, con sedi a Parigi e Bruxelles, creò una fitta rete di agenti e di concessionari del brevetto. Nel 1896, nonostante la tenace opposizione di parenti, amici e colleghi, ne prese la rappresentanza esclusiva per l’Alta Italia l’ing. Giovanni Antonio Porcheddu. Questi, dopo il conseguimento della famosa terza laurea, aveva aperto a Torino un modesto studio tecnico-professionale in collaborazione con un consocio. Ma dopo breve tempo questo, poco convinto della validità della nuova tecnologia del cemento armato, abbandonò l’impresa, lasciando al collega sardo tutta la responsabilità di gestione della Società. I risultati, davvero fruttuosi, non si fecero attendere, e nel giro di pochi anni l’ing. Porcheddu divenne l’incontrastato dominatore del settore non solo a Torino e Genova, ma anche via via a Milano, nel Veneto, a Roma e persino nell’estremo Sud e in Sicilia. Per correttezza professionale non s’interessò alla zona di Napoli e di buona parte del Mezzogiorno peninsulare perché su quella piazza era concessionario del sistema Hennebique un altro costruttore.