Monte di Prestanza di Lipari

Costituzione: 11/03/1831

Codice ISMIN: 86843

Un Documento Storico del Monte di Prestanza di Lipari dell'ottocento

Introduzione

Nel cuore del XIX secolo, le istituzioni finanziarie come il Monte di Prestanza erano fondamentali per l'economia locale. Il documento in questione, datato 19 agosto 1839 e proveniente da Lipari, rappresenta un esempio tangibile delle operazioni economiche di quel tempo.

Contenuto del Documento

Questo documento testimonia un prestito  ricevuto dalla cassa del Monte di Prestanza di Lipari, con un interesse del 5%. A titolo di garanzia, sono stati lasciati oggetti , custoditi negli scaffali. Il documento specifica inoltre che in caso di mancata restituzione, gli oggetti sarebbero stati venduti secondo le istruzioni emanate l'11 marzo 1831.

Altro
ISMIN Immagine Provincia Emissione Taglio Rarità Valore
A-86843Monte di Prestanza di Lipari-1Lipari18xxVari tagliR3 (501-1000 pezzi)S3 (da 51 a 100 €)

Un Documento Storico del Monte di Prestanza di Lipari dell’ottocento

Introduzione

Nel cuore del XIX secolo, le istituzioni finanziarie come il Monte di Prestanza erano fondamentali per l’economia locale. Il documento in questione, datato 19 agosto 1839 e proveniente da Lipari, rappresenta un esempio tangibile delle operazioni economiche di quel tempo.

Contenuto del Documento

Questo documento testimonia un prestito  ricevuto dalla cassa del Monte di Prestanza di Lipari, con un interesse del 5%. A titolo di garanzia, sono stati lasciati oggetti , custoditi negli scaffali. Il documento specifica inoltre che in caso di mancata restituzione, gli oggetti sarebbero stati venduti secondo le istruzioni emanate l’11 marzo 1831.

Il Decreto dell’11 marzo 1831

Il riferimento alle “istruzioni dell’11 marzo 1831” indica un decreto legge emesso in quella data, che regolava le operazioni dei Monti di Prestanza. Questi regolamenti erano essenziali per garantire la trasparenza e l’equità nelle transazioni di pegno.

Conclusione

Questo documento non è solo un pezzo di carta, ma una finestra sul passato economico e giuridico del Regno delle Due Sicilie. La sua analisi ci permette di comprendere meglio le dinamiche finanziarie dell’epoca e l’importanza delle istituzioni come il Monte di Prestanza.


Ferdinando-II-delle-due-sicilie
Ferdinando Carlo Maria di Borbone (Palermo, 12 gennaio 1810 – Caserta, 22 maggio 1859) è stato re del Regno delle Due Sicilie dall’8 novembre 1830 al 22 maggio 1859. Succedette al padre Francesco I in giovanissima età, e fu autore di un radicale processo di risanamento delle finanze del Regno. Sotto il suo dominio, il Regno delle Due Sicilie conobbe una serie di riforme burocratiche e innovazioni in campo tecnologico, come la costruzione della Ferrovia Napoli-Portici, la prima in Italia, e di impianti industriali avanzati, quali le Officine di Pietrarsa. Diede inoltre un grande impulso alla creazione di una Marina Militare e mercantile, attraverso le quali aumentò il livello degli scambi con l’estero. A causa però del suo temperamento conservatore e del perdurante contrasto con la borghesia liberale, che culminò nei moti rivoluzionari del 1848, il suo regno, dopo un breve esperimento costituzionale, fu segnato fino al termine della sua carica da una progressiva stretta in senso assolutista, che lo portò ad accentrare fortemente su di sé il peso dello Stato, oltre ad attuare una politica economica parsimoniosa e paternalista che lasciò il reame, negli ultimi anni, in una fase statica. Alla sua morte, il Regno delle Due Sicilie passò al figlio Francesco II, che lo avrebbe perso in seguito alla Spedizione dei Mille e l’intervento piemontese.

Documento finanziario di prestanza (pegno) emanato nel 1838 dal monte di pietà di Lipari.L’isola delle Eolie attualmente conta 12.755 abitanti e fa parte della Città metropolitana di Messina in Sicilia. Il suo territorio comunale si estende su sei delle sette Isole Eolie: Lipari, Vulcano, Panarea, Stromboli, Filicudi e Alicudi.

Solo l’isola di Salina è amministrativamente autonoma. All’epoca del documento di cui parliamo oggi l’isola di Lipari fa parte del Regno delle Due Sicilie e diventa lo scalo obbligato di parecchie linee marittime. Il Regno borbonico vede formalmente la luce, nel 1816, con l’unificazione delle province napoletane con quelle siciliane avvenuta dopo il congresso di Vienna. Ferdinando IV riunisce in un unico Stato i regni di Napoli e Sicilia con la denominazione di Regno delle Due Sicilie, abbandonando per sé il nome di Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia ed assumendo quello di Ferdinando I delle Due Sicilie. Negli anni ’30 del 1800 il Regno passa nelle mani del giovanissimo Ferdinando II.

Nonostante la giovane età, il sovrano si rivela un uomo illuminato forgiato da idee progressiste e assume un atteggiamento affabile verso il popolo. Richiama in patria e reinserisce negli incarichi numerosi esuli (tra i quali il generale Guglielmo Pepe, chiamato per sedare i moti scoppiati in Sicilia, ed il Carrascosa) e reintegra nelle loro funzioni i più meritevoli, non solo tra gli ufficiali che avevano servito sotto Murat, riuscendo in questo modo ad assicurarsi la fedeltà dei militari, degli impiegati e dei funzionari congedati dopo il decennio francese.

Ferdinando II attua numerose riforme in campo economico e amministrativo soprattutto tagliando le tasse e riducendo notevolmente le spese di corte. Inoltre il Regno delle Due Sicilie conosce anche lo nascita dei primi nuclei di un settore manifatturiero moderno. Da sottolineare la costruzione delle prima linea ferrovia nata in Italia: nel 1839, infatti, viene inaugurata la Napoli-Portici. Due anni più tardi nasce il primo osservatorio vulcanico e sismologico del mondo, l’Osservatorio Vesuviano. Sul fronte della politica estera, Ferdinando cerca di mantenere il regno impermeabile alle influenze straniere. Nonostante questa politica fortemente improntata all’indipendenza, il re cerca di favorire l’iniziativa straniera nel Regno, ma sempre in un’ottica di acquisizione di conoscenze tecnologiche che consentissero, in tempi relativamente brevi, l’affrancamento da Francia ed Inghilterra.

Proprio la determinazione di Ferdinando II porta il Regno ad un passo dalla guerra (“questione degli zolfi”) con il Regno Unito. Per capire la lo stato di tensione creatosi bisogna risalire al 1816 quando il governo britannico ottiene la concessione del monopolio dello sfruttamento dello zolfo siciliano a prezzi molto bassi. Ferdinando II, non contento dell’accordo, decide di affidare il monopolio dello sfruttamento ad una società francese che concede un pagamento più che doppio rispetto agli inglesi.

La reazione dei britannici non si fa attendere e il primo ministro Lord Parlmerston invia una flotta militare davanti al Golfo di Napoli, minacciando di bombardare la città. La guerra viene evitata solo grazie all’intervento di Luigi Filippo re dei Francesi. Ferdinando II viene così beffato dalle due potenze e deve rimborsare sia gli inglesi che i francesi per il presunto danno arrecato. Dopo i moti del 48-49 Ferdinando II attua una stretta autoritaria tanto che l’opinione pubblica europea lo identifica come un sovrano brutale e nemico dell’ordine costituzionale e liberale.

Il Regno appiattisce la propria politica estera sulla alleanza di fatto con l’Austria di Francesco Giuseppe e questo produce una frattura irrimediabile con la classe dirigente siciliana: le sorti della dinastia si separano definitivamente dalla causa del Risorgimento nazionale italiano. Sono proprio i moti del 48-49 a marcare ancora di più la separazione tra i Borboni e gli abitanti del Regno tanto che il malcontento della popolazione serpeggerà fino al  collasso del Regno nel 1860 sotto l’urto di Garibaldi e della sua spedizione dei mille.

Questo documento non può’ mancare, vista la sua storia e particolarità in una preziosa collezione di Scripofilia degli antichi stati o del Regno delle due Sicilie.

 

immagine rappresentativa