Miniere ed Acque Arsenicali S.A.

Costituzione: 6 marzo 1909

Pagina libro: 744

Codice ISMIN: 2777

TITOLO DI FONDAZIONE SPICEMEN DI COLORE VERDE PER CINQUE AZIONI ORDINARIE

SOCIETA' COSTITUITA CON ISTROMENTO DEL 6 MARZO 1909

Il regno delle miniere dell'Ossola è l'Altipiano di Macugnaga. Nella prima metà più bassa della Valle Anzasca i filoni metalliferi furono spezzati dall'erosione dell'Anza, mentre nella parte superiore continuano anche sotto il letto del torrente e si distendono sulle due facce dei monti opposti. In prossimità della frazione Stabili si coltivarono diversi filoni di pirite aurifera e le più importanti miniere si chiamarono il Minerone, il Cavone, la vena e la Valletta. Verso la metà del secolo XVIII, a circa un terzo d'altezza di un grosso filone metallifero, il Cap. Bartolomeo Testoni aperse una galleria centrale dalla qu... Altro

ISMIN Immagine Stampatore Provincia Emissione Taglio Rarità Valore
A-2777Miniere ed Acque Arsenicali S.A.-1Off. Carte Valori Almasio & C. - IntraMilano19091 azione privilegiata (errore di stampa)R10 (3-5 pezzi)S7 (da 1.001 a 1.500 €)
B-2777Miniere ed Acque Arsenicali S.A.-2Off. Carte Valori Almasio & C. - IntraMilano19091 azione privilegiataR3 (501-1000 pezzi)S7 (da 1.001 a 1.500 €)
C-2777Miniere ed Acque Arsenicali S.A.-3Off. Carte Valori Almasio & C. - IntraMilano19095 azioni privilegiateR3 (501-1000 pezzi)S7 (da 1.001 a 1.500 €)
D-2777Miniere ed Acque Arsenicali S.A.-4Off. Carte Valori Almasio & C. - IntraMilano19095 azioni ordinarieR3 (501-1000 pezzi)S7 (da 1.001 a 1.500 €)

TITOLO DI FONDAZIONE SPICEMEN DI COLORE VERDE PER CINQUE AZIONI ORDINARIE

SOCIETA’ COSTITUITA CON ISTROMENTO DEL 6 MARZO 1909

Il regno delle miniere dell’Ossola è l’Altipiano di Macugnaga. Nella prima metà più bassa della Valle Anzasca i filoni metalliferi furono spezzati dall’erosione dell’Anza, mentre nella parte superiore continuano anche sotto il letto del torrente e si distendono sulle due facce dei monti opposti. In prossimità della frazione Stabili si coltivarono diversi filoni di pirite aurifera e le più importanti miniere si chiamarono il Minerone, il Cavone, la vena e la Valletta. Verso la metà del secolo XVIII, a circa un terzo d’altezza di un grosso filone metallifero, il Cap. Bartolomeo Testoni aperse una galleria centrale dalla quale ne fece irradiare altre quattro di scolo, le cui quattro bocche presero il nome complessivo di Minerone, per l’enorme quantità di materiale aurifero che rendevano. Il Minerone procurò notevoli guadagni al Testoni. Dal 1792 al 1821 la miniera fu quasi interamente trascurata, finché i soci dr. Fantonetti e Gio Calpini non la riattivarono impiegandovi una quarantina di minatori che estraevano circa 150quintali di minerale al giorno. L’oro estratto con il processo dell’amalgamazione era del titolo da 750 ad 800. Nel 1826 succedettero Pietro Spezia e P.M. Ceretti che continuarono per parecchi anni a sfruttare la miniera, ma con minore profitto. Sopra il Minerone di qualche centinaio di metri, sul finire del secolo XVIII, una Società di Vallanzaschesi aprì un’altra galleria, che prese il nome di Cavone, per gli estesi scavi praticativi. Alla galleria centrale si allacciarono gallerie traverse e laterali, pozzi profondi e camini tutti in comunicazione fra loro. Inizialmente la Società fece buoni affari, ma poi si disciolse abbandonando la cava, che venne successivamente riattivata dagli Albasini e dal dr. Fantonetti ed infine dal dr. Antonio Moro che vi impiegò una trentina di minatori.