Agganciamento Vagoni Ferroviari Soc.

Costituzione: 1911

Codice ISMIN: 32687

Il termine gancio di trazione definisce quel particolare organo meccanico che serve a realizzare l'aggancio di un rimorchio ad un altro o ad un'unità di trazione sia essa una locomotiva che un trattore stradale.

Il gancio di trazione assume una tipologia costruttiva differente in relazione al suo impiego. Nella sua forma più semplice ed antica ha la forma di un vero e proprio gancio montato in posizione parallela al suolo. Nel suo utilizzo Altro

ISMIN Immagine Provincia Emissione Taglio Rarità Valore
A-32687-Milano1911Azione al portatore da Lire 500R2 (1001-5000 pezzi)S2 (da 26 a 50 €)

Il termine gancio di trazione definisce quel particolare organo meccanico che serve a realizzare l’aggancio di un rimorchio ad un altro o ad un’unità di trazione sia essa una locomotiva che un trattore stradale.

Il gancio di trazione assume una tipologia costruttiva differente in relazione al suo impiego. Nella sua forma più semplice ed antica ha la forma di un vero e proprio gancio montato in posizione parallela al suolo. Nel suo utilizzo ferroviario nel tempo e ancor più di recente ha perso quasi del tutto la forma classica per assumerne una più complessa.

Alle origini della tecnologia ferroviaria il gancio di trazione, applicato sulle testate di ogni rotabile, serviva al collegamento dei vagoni tra di loro e con la locomotiva per mezzo di catene a maglie grosse. Presto si dovette realizzare un sistema più efficiente e sicuro dato che tale configurazione produceva urti e scossoni durante la marcia. I veicoli vennero dotati di respingenti e fu costruita una nuova catena composta di due maglie collegate tra loro mediante un sistema a vite che ne permetteva il serraggio fino al contatto tra i respingenti. Il termine ferroviario di tale attrezzatura è “tenditore a vite”.

Il sistema trovò diffusione quasi universale in Europa nel settore ferroviario e nelle tranvie con trasporto di merci.