Valle & C. S.A.

Costituzione: 2 marzo 1933

Codice ISMIN: 2743

Nel 1835 lungo le rive del torrente Cervo veniva acquistato da Massimo Sella un edificio del 1695 che era stato prima utilizzato per la torcitura della seta e che sarebbe stato in seguito trasformato in lanificio, mentre nel 1866 il nobile Giovanni Battista Rivetti Badone fondò la Filatura Rivetti Padre e Figlio.

Con l'introduzione dei nuovi telai meccanici nasceva così il primo lanificio moderno, con una lavorazione della lana che continuava una tradizione risalente a più di cinquecento anni prima, se si considera che già nel 1245 erano inseriti negli statuti di Biella il Collegio dei Lanaioli e quello dei Tessitori.

Nel 1859 Biella venne liberata dall'assedio delle truppe austriache da Garibaldi; in seguito al Decreto Rattazzi diviene capoluo... Altro

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Nel 1835 lungo le rive del torrente Cervo veniva acquistato da Massimo Sella un edificio del 1695 che era stato prima utilizzato per la torcitura della seta e che sarebbe stato in seguito trasformato in lanificio, mentre nel 1866 il nobile Giovanni Battista Rivetti Badone fondò la Filatura Rivetti Padre e Figlio.

Con l’introduzione dei nuovi telai meccanici nasceva così il primo lanificio moderno, con una lavorazione della lana che continuava una tradizione risalente a più di cinquecento anni prima, se si considera che già nel 1245 erano inseriti negli statuti di Biella il Collegio dei Lanaioli e quello dei Tessitori.

Nel 1859 Biella venne liberata dall’assedio delle truppe austriache da Garibaldi; in seguito al Decreto Rattazzi diviene capoluogo dell’omonimo circondario della provincia di Novara. Entrerà a far parte della provincia di Vercelli nel 1927, per diventare infine provincia autonoma nel 1992.

Nella seconda guerra mondiale Biella – una delle città fulcro della Resistenza in Piemonte – fu teatro, con le sue colline e le sue montagne che le fanno da corona rendendola pari ad un’inespugnabile enclave, di intense lotte partigiane e di fatti sanguinosi legati alla guerra civile anche nel periodo post bellico (si veda ad esempio la strage di Graglia).

Luogo della memoria della Resistenza partigiana contro la tirannide nazifascista è Villa Schneider, un edificio storico oggi sede di un assessorato comunale e di una sala permanente della memoria allestita a ricordo degli eventi accaduti nel Biellese negli anni che vanno dal 1943 al 1945.

Biella è stata negli anni finali della seconda guerra mondiale un centro vitale per la realizzazione dei macchinari della Piaggio che aveva trasferito nella città piemontese, da Pontedera, i propri stabilimenti, a rischio a causa dei bombardamenti verso le truppe della Germania nazista in fuga verso il nord. È stato qui che nel 1944 venne progettato il prototipo progenitore della “Vespa”, il “Paperino”, da cui negli anni seguenti sarebbe derivato uno dei modelli più diffusi di motoscooter.

In anni ancor più recenti, ed in campo televisivo, grazie all’opera dell’imprenditore Giuseppe Peppo Sacchi, nel 1971 nacque Telebiella, prima tv libera italiana e la prima emittente privata a rompere il monopolio della RAI (l’emittente di Sacchi fallì poi negli anni ottanta ma rinacque in seguito sotto altra proprietà).

In seguito anche il mobilificio biellese Aiazzone sarà un altro importante protagonista dello sviluppo delle televisioni locali.

«Per le genti del biellese – ribelli da sempre al servaggio e all’ingiustizia, dalle gloriose tradizioni Risorgimentali, prime nelle grandi lotte sociali – la Resistenza fu spontanea riaffermazione d’attaccamento alla Libertà ed agli insopprimibili diritti dell’uomo.
Migliaia di Ebrei e di ex militari italiani e alleati furono sottratti alla deportazione della popolazione generosa, fonte e supporto determinante delle formazioni armate. Eroica quotidiana lotta, nonostante feroci rastrellamenti e barbare rappresaglie – sabotaggio della produzione per i nazisti – fabbricazione di armi per le Formazioni partigiane – incursioni di sabotatori anche lontano dalle basi biellesi – massicce azioni di collegamento con le Forze Alleate – atti di autogoverno del CLN in tutta la zona, quali: tassazione straordinaria, stipulazione ed applicazione “Contratto sindacale della Montagna”, in uno con il salvamento totale delle fabbriche e l’autoliberazione di Biella, prima tra le Città del Nord, completano il quadro operativo ed illustrano l’efficienza della Resistenza Biellese. 667 Caduti, 313 invalidi e mutilati furono il prezzo della lotta per la libertà conclusasi con la resa incondizionata – in Biella – del 75º Corpo d’armata tedesco e dipendenti Divisioni fasciste Monterosa e Littorio.»