Prestito di Teramo

Costituzione: N.D.

Codice ISMIN: 1225

Il prestito di Teramo con emissione di un'obbligazione nel 1875 fu un'operazione finanziaria intrapresa dal comune di Teramo, in Italia, per ottenere fondi per sostenere lo sviluppo e il progresso della città. L'obiettivo principale di questa emissione di obbligazioni era finanziare progetti di pubblica utilità, come la costruzione di infrastrutture, l'ampliamento delle reti idriche e fognarie, l'edilizia scolastica e altri investimenti per il benessere della comunità.

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ISMIN Immagine Stampatore Provincia Emissione Taglio Rarità Valore
A-1225Prestito di Teramo-1Stab. Civelli - MilanoTeramo18721 obbligazioneR4 (251-500 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)
B-1225Prestito di Teramo-2N.D.Teramo18751 obbligazione 5% da Lire 250R2 (1001-5000 pezzi)S3 (da 51 a 100 €)

Il prestito di Teramo con emissione di un’obbligazione nel 1875 fu un’operazione finanziaria intrapresa dal comune di Teramo, in Italia, per ottenere fondi per sostenere lo sviluppo e il progresso della città. L’obiettivo principale di questa emissione di obbligazioni era finanziare progetti di pubblica utilità, come la costruzione di infrastrutture, l’ampliamento delle reti idriche e fognarie, l’edilizia scolastica e altri investimenti per il benessere della comunità.

L’emissione di obbligazioni era una pratica comune utilizzata dai comuni e dagli enti pubblici per raccogliere capitali necessari per finanziare progetti di sviluppo. Le obbligazioni rappresentavano titoli di debito emessi dall’ente, con il quale si impegnava a restituire il capitale prestato agli investitori entro un determinato periodo di tempo, insieme al pagamento degli interessi.

L’emissione di obbligazioni nel 1875 permise al comune di Teramo di ottenere i fondi necessari per realizzare una serie di progetti volti a migliorare le condizioni di vita dei cittadini e favorire lo sviluppo economico della città. Questi investimenti contribuirono a modernizzare l’infrastruttura urbana, fornire servizi pubblici essenziali e promuovere l’istruzione.

L’emissione di obbligazioni rappresentava un impegno finanziario per il comune di Teramo, che avrebbe dovuto onorare il rimborso del capitale prestato e il pagamento degli interessi stabiliti nel periodo di emissione. Tale prestito rappresentava un’opportunità per gli investitori di ottenere un rendimento finanziario, poiché gli interessi pagati dalle obbligazioni rappresentavano un flusso di reddito garantito e sicuro.

Questo tipo di operazione finanziaria ha consentito al comune di Teramo di ottenere i fondi necessari per finanziare i suoi progetti di sviluppo, fornendo un meccanismo di investimento attraente per coloro che desideravano sostenere il progresso della città. L’emissione di obbligazioni è un metodo utilizzato ancora oggi dai comuni e dagli enti pubblici per finanziare progetti di sviluppo e infrastrutture.


La città, popolata da tempi antichissimi, era il centro principale della popolazione dei Pretuzi. In seguito venne conquistata dal console romano Manio Curio Dentato nel 290 a.C. (cinque anni dopo la battaglia di Sentino), divenendo municipio.

Prese parte attiva alla Guerra sociale (91-88 a.C.) e Silla la privò dunque dello statuto di municipio, che le fu in seguito restituito da Cesare.

Come capitale del Petrutium venne inserita nella V regio da Augusto. Sotto il dominio imperiale conobbe un periodo di grande prosperità, testimoniato dalla costruzione, sotto Adriano, di templi, terme e teatri.

Saccheggiata e rasa al suolo dai Visigoti nel 410 venne rifondata nel 568, in seguito fu conquistata dai Longobardi entrando a far parte prima del marchesato di Fermo e poi del ducato di Spoleto. Contesa fra i Normanni e i duchi di Puglia, Teramo fu quasi distrutta nel 1155 ma si risollevò nuovamente e, sotto la dominazione vescovile, godette di un periodo di relativo benessere testimoniato dall’edificazione della nuova cattedrale di Santa Maria Assunta.

A partire dal 1395 subì il dominio del Ducato di Atri, da quando il Conte di S. Flaviano Antonio Acquaviva, si nominò Duca d’Atri e Signore di Teramo.

Tuttavia, una serie di eventi negativi, culminati nel terremoto del 1380, le lotte intestine fra la famiglia dei Melatini e quella dei De Valle e il brigantaggio condussero la città a un profondo declino, dal quale non si risollevò né sotto la dominazione dei signori d’Altavilla né sotto quelle successive di Francesi e Spagnoli.

Entrò, già dal 1140, a far parte del Regno di Sicilia sotto Ruggero, e quindi successivamente divenne la “Porta Regni” del Regno di Napoli. Nel 1806, a seguito della divisione della Provincia di Abruzzo Ultra, divenne Capoluogo della neoistituita Provincia di Abruzzo Ultra I (L’Aquila rimase Capoluogo della Provincia di Abruzzo Ultra II). Teramo continuò ad essere Capoluogo di Provincia anche dopo che, nel 1815, il Regno di Napoli (a seguito del Congresso di Vienna), assunse il nome di Regno delle Due Sicilie. Di quest’ultimo Regno seguì le sorti fino al 1860, anno in cui le truppe piemontesi-savoiarde, attraversato il confine del fiume Tronto, penetrarono, senza dichiarazione di guerra, nel territorio del Regno e sconfissero l’Esercito Borbonico. Successivamente, nel 1861, fu proclamata l’Unità d’Italia.

Ebbe probabilmente dai Fenici il nome di Petrut, con il significato di “luogo elevato circondato dalle acque”. Dalla latinizzazione di Petrut in Praetut derivò poi Praetutium e Ager Praetutianus per indicare il territorio.

I Romani la chiamarono Interamnia Urbs (“città tra i due fiumi”, con riferimento al Tordino e al Vezzola), e fu detta Praetutium, o Praetutiorum o semplicemente Praetutia per distinguerla da Interamna Nahars (Terni), Interamnia Lirinos (la scomparsa Teramo sul Liri) e Interamnia di Capitanata (l’attuale Termoli). Nella divisione amministrativa del territorio promossa da Augusto imperatore, Interamnia fu ricompresa nella “V Regio”, il Piceno.

In epoca medievale da Praetutium derivò Aprutium che fece la sua comparsa in documenti del VI secolo e che per qualche tempo, fino al secolo XII circa, avrebbe designato sia la città, il Castrum aprutiense, che il territorio circostante per estendersi quindi all’intero Abruzzo. Il nome Interamnia si trasformò invece in Interamne, Teramne e Interamnium, Teramnium per giungere infine, all’inizio del II secolo d.C., alla forma Teramum.

È quindi fondata ipotesi di numerosi storici che il nome della regione Abruzzo derivi proprio da Aprutium, anche per l’importanza che la contea omonima ebbe, attestata soprattutto nel Catalogus Baronum per l’estensione e il numero dei suffeudatari armati al servizio dei Conti de Aprutio durante il periodo normanno.

Non ha trovato credito, invece, la teoria secondo la quale il nome Teramo sarebbe derivato da Thermae, con relazione quindi alla pur accertata presenza di importanti terme in varie zone della città, e che faceva riferimento sia all’aspirazione “Theramum” riscontrabile in alcuni codici sia all’uso del dialetto locale che contrae in “Terme” la pronuncia del nome di Teramo.