Petroli d’Italia S.A.

Costituzione: 27 maggio 1906

Pagina libro: 660

Codice ISMIN: 941

La costituzione della società nel 1906, fu promossa dal Banco Ricchini di Genova,  per l'estrazione, la raffinazione ed il commercio del petrolio,  dalla fusione di due società francesi: la Société Francaise des Petroles e la Société Petroles de Montechino. Nei primi anni, sono state acquisite, dalla società,  tutte le raffinerie nella zona di Fiorenzuola d'Arda, in provincia di Piacenza. La compagnia, contribuì alla costituzione della Metangas, agli inizi degli anni ‘40, alla quale erano stati accordati alcuni permessi per la ricerca di metano nel Polesine. Durante la seconda guerra mondiale molti impianti furono distrutti e negli anni successivi molti furono sostituiti  e aggiornati. Nello stesso periodo fu rivista e miglior... Altro

ISMIN Immagine Stampatore Provincia Emissione Taglio Rarità Valore
A-941Petroli d’Italia S.A.-1Officina Carte Valori Coen & C. Milano - ParigiGenova19061 azione di fondazione da Lire 100 (illustratore C. Raimondo)R4 (251-500 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)
C-941Petroli d’Italia S.A.-2Officina Carte Valori Coen & C. Milano - ParigiGenova19065 azioni di fondazione da Lire 100 (illustratore C. Raimondo)R2 (1001-5000 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)
D-941Petroli d’Italia S.A.-3Officina Carte Valori Coen & C. Milano - ParigiGenova190650 azioni di fondazione da Lire 100 (illustratore C. Raimondo)R4 (251-500 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)
E-941--Milano19201 azione al portatore da Lire 40 (illustratore C. Raimondo)R3 (501-1000 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)
F-941--Milano19251 azione al portatore da Lire 40 (illustratore C. Raimondo)R3 (501-1000 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)
G-941--Milano19371 azione nominativa cumulativa da Lire 7R2 (1001-5000 pezzi)S3 (da 51 a 100 €)
H-941--Milano19401 azione al portatore da Lire 100R2 (1001-5000 pezzi)S2 (da 26 a 50 €)
I-941Petroli d’Italia S.A.-8-Milano1942VariabileR2 (1001-5000 pezzi)S2 (da 26 a 50 €)
J-941--Milano19511 azione nominativa da Lire 500R1 (Più di 5000 pezzi)S1 (da 0 a 25 €)
K-941--Milano19515 azioni nominative da Lire 500R1 (Più di 5000 pezzi)S1 (da 0 a 25 €)
L-941--Milano195110 azioni nominative da Lire 500R1 (Più di 5000 pezzi)S1 (da 0 a 25 €)
M-941--Milano19531 azione nominativa provvisoria da Lire 50R1 (Più di 5000 pezzi)S1 (da 0 a 25 €)
N-941Petroli d’Italia S.A.-13N.D.Milano1957VariabileR2 (1001-5000 pezzi)S3 (da 51 a 100 €)

La costituzione della società nel 1906, fu promossa dal Banco Ricchini di Genova,  per l’estrazione, la raffinazione ed il commercio del petrolio,  dalla fusione di due società francesi: la Société Francaise des Petroles e la Société Petroles de Montechino. Nei primi anni, sono state acquisite, dalla società,  tutte le raffinerie nella zona di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza. La compagnia, contribuì alla costituzione della Metangas, agli inizi degli anni ‘40, alla quale erano stati accordati alcuni permessi per la ricerca di metano nel Polesine. Durante la seconda guerra mondiale molti impianti furono distrutti e negli anni successivi molti furono sostituiti  e aggiornati. Nello stesso periodo fu rivista e migliorata tutta l’attività commerciale dell’azienda. Nel 1958, nonostante l’impegno dei vertici dell’azienda, la società venne ammessa alla procedura del concordato preventivo. 

Ricerca e produzione di idrocarburi in Italia

In blocco squadrato di bitume, ora custodito nel Museo Archeologico di Chieti, rinvenuto a Scafa in Abruzzo, zona con miniere di bitume, sostanza probabilmente raccolta nella zona fin dalla preistoria, marcato col sigillo di Sagitta Marrucino, proprietario della miniera, testimonia lo sfruttamento, quanto meno dal tempo dei romani, di alcuni dei giacimenti di asfalto sparsi nella penisola.

Diodoro Siculo nella Biblioteca Storica e Plinio il Vecchio nella sua Storia Naturale, menzionano il petrolio (oleum) raccolto a Girgenti, in Sicilia, utilizzato nelle lucerne al posto dell’olio solitamente utilizzato.

Nel paese di Blufi, nelle Madonie si trova il Santuario della Madonna dell’Olio, che prende il nome da una sorgente naturale di olio minerale, ritenuto nell’antichità miracoloso per la cura della pelle e che nel secolo XVIII era usato per curare i lebbrosi, molecole con zolfo.

Scavi archeologici hanno identificato un opificio di epoca romana di purificazione dell’asfalto, con resti di vasi di argilla con tracce di asfalto in contrada Pignatara a Lettomanoppello sempre in Abruzzo; un panetto rettangolare di bitume ritrovato, lungo 35 centimetri, largo 26 e spesso 10, fornisce indicazioni su come il prodotto raffinato venisse confezionato per essere trasportato e commercializzato, sul panetto è rimasta impresso il marchio dell’opificio con le lettere “…ALONI.C.F.ARN.SAGITTAE.”, che permette di attribuire l’appartenenza del proprietario dello stabilimento alla tribù Arniense e la datazione al primo secolo dell’impero romano. Lo sfruttamento di questo asfalto proseguì nei secoli, venne commercializzato nel XII secolo con la Repubblica marinara di Amalfi che l’utilizzava per calafatare le proprie navi, arrivando fino all’inizio del XIX secolo.

Nel 1460 il podestà Francesco Ariosto scrisse De Oleo Montis Zibinii seu petroleo agri mutinentis, celebrando le virtù dell’olio di sasso di Montegibbo per curare ulcere, ustioni, dolori di stomaco, per i dolori di parto, la febbre quartana, il mal di milza, il mal di polmone, utile contro la peste, e per guarire qualsiasi genere di ferita non mortale

Flavio Biondo riporta nella sua opera l’Italia illustrata, pubblicata attorno al 1482, l’esistenza di una sorgente di petrolio presso il castello di Cantalupo, vicino a Tocco da Casauria in Abruzzo, petrolio che i tedeschi e gli ungheresi “colligunt et asportant “ (raccolgono e asportano) in quanto reputato avere virtù medicamentose.

Una incisione del 1540 mostra la raccolta di petrolio presso “monte Zibio” (oggi Montegibbo), presso le salse di Nirano vicino Sassuolo, il cui nome deriva dal latino “sax oleum” ossia “olio di sasso” Il petrolio era raccolto nelle salse anche dai monaci benedettini dell’abbazia di S. Pietro in Modena e venduto col nome di “Olio di Santa Caterina”.

Le prime scoperte di petrolio siciliano

Le prime prospezioni iniziarono nel 1949 ricercando giacimenti nelle rocce carbonatiche triassiche dell’area ragusana, area in cui dal tempo degli antichi greci erano note manifestazioni superficiali di idrocarburi e depositi di bitume o asfalto.

Nel 1953 iniziarono le scoperte significative nella Sicilia orientale con il ritrovamento da parte dell’americana Gulf del giacimento di Ragusa (20 milioni di tonnellate di petrolio, a quel tempo il maggior giacimento di petrolio dell’europa occidentale che verrà velocemente messo in produzione e ben presto collegato con un oleodotto con la raffineria costruita a seguito del ritrovamento ad Augusta. Nel 1956 la sua produzione fu di circa 2500 tonnellate di petrolio, rapidamente incrementata a 493.000 ton. nel 1956 e poi a 1.437.308 ton. nel 1958, in quell’anno la produzione del giacimento contribuiva al 90% della produzione petrolifera italiana coprendo il 10% della richiesta nazionale di petrolio.

Seguì nel 1956 il ritrovamento di Gela, a 3500 metri di profondità, ad opera di AGIP; poco dopo la ricerca si espanse con rilievi sismici marini sulla probabile estensione offshore del giacimento di Gela e col pozzo Gela Mare 21 l’AGIP, nel 1959, perforò il primo pozzo offshore europeo. Un piccolo giacimento di petrolio venne quindi scoperto a Vittoria e uno di metano a Castelvetrano (Trapani).

A Gagliano, in Sicilia vicino ad Enna, nel 1959 venne scoperto dall’AGIP il primo giacimento di gas e tracce di condensato nell’area costituito da reservoir di tipo multipay di strati arenacei di età oligocenica-miocenica.