Costruzione del Ponte sull’Arno presso Figline S.A. per la

Costituzione: 29 aprile 1841

Pagine libro: 181, 490

Codice ISMIN: 944

L'Arno è il maggior fiume dell'Italia peninsulare dopo il Tevere e il principale corso d'acqua della Toscana.

Ha una lunghezza totale di 241 km, un bacino di 8.228 km² e una portata media annua presso la foce di circa 110 m³/s. Nasce sul versante meridionale del Monte Falterona, e precisamente dalla sorgente di Capo d'Arno, nell'Appennino tosco-romagnolo, a quota 1.358 m sul livello del mare, e sfocia nel mar Ligure dopo aver attraversato Pisa. Dopo appena 12 km ha già superato poco meno di 1000 metri di dislivello e scorre con acque abbastanza copiose grazie agli apporti dei numerosi affluenti che scendono dal Casentino e dal Pratomagno.

Il suo ampio bacino raccoglie le acque di vari sottobacini:

il Casentino, costituito dall'alto bacin... Altro

ISMIN Immagine Stampatore Provincia Emissione Taglio Rarità Valore
A-944Costruzione del Ponte sull’Arno presso Figline S.A. per la-1N.D.Firenze1841Cartella da lire 1000R5 (101-250 pezzi)S5 (da 251 a 500 €)
B-944Costruzione del Ponte sull’Arno presso Figline S.A. per la-2-Firenze1843Cartella da lire 1000R5 (101-250 pezzi)S5 (da 251 a 500 €)
C-944Costruzione del Ponte sull’Arno presso Figline S.A. per la-3Stab. A. Gambi - FirenzeFirenze1890Cartella da lire 840R5 (101-250 pezzi)S5 (da 251 a 500 €)
D-944Costruzione del Ponte sull’Arno presso Figline S.A. per la-4Stab. A. Gambi - FirenzeFirenze1889Cartella di lire 840R4 (251-500 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)

L’Arno è il maggior fiume dell’Italia peninsulare dopo il Tevere e il principale corso d’acqua della Toscana.

Ha una lunghezza totale di 241 km, un bacino di 8.228 km² e una portata media annua presso la foce di circa 110 m³/s. Nasce sul versante meridionale del Monte Falterona, e precisamente dalla sorgente di Capo d’Arno, nell’Appennino tosco-romagnolo, a quota 1.358 m sul livello del mare, e sfocia nel mar Ligure dopo aver attraversato Pisa. Dopo appena 12 km ha già superato poco meno di 1000 metri di dislivello e scorre con acque abbastanza copiose grazie agli apporti dei numerosi affluenti che scendono dal Casentino e dal Pratomagno.

Il suo ampio bacino raccoglie le acque di vari sottobacini:

il Casentino, costituito dall’alto bacino dello stesso Arno fino alla confluenza con il canale Maestro della Chiana;
la Val di Chiana, piana bonificata nel XVIII secolo e in precedenza paludosa, tributaria anche del fiume Tevere;
il Valdarno superiore, una lunga valle delimitata a destra dal Pratomagno e a sinistra dai rilievi della provincia di Siena;
il sottobacino della Sieve, principale tributario dell’Arno che vi confluisce poco prima di Firenze;
il Valdarno medio, che si estende dalla confluenza della Sieve fino alla confluenza con l’Ombrone pistoiese, include la piana di Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Prato e Pistoia;
il Valdarno Inferiore, caratterizzato da vallate in cui scorrono numerosi affluenti importanti come la Pesa, l’Elsa e l’Era; a valle di Pontedera l’Arno scorre poi verso la foce ad un livello più elevato rispetto alla pianura circostante.

A dispetto della notevolissima estensione del suo bacino idrografico (il 5º d’Italia dopo Po, Tevere, Adige e Tanaro), l’Arno ha un regime estremamente torrentizio, a causa della natura dei terreni da cui fluiscono le sue acque (marne e argille impermeabili ad esclusione di una modesta porzione del suo affluente Elsa); da ciò si spiegano le magre quasi totali lungo tutto il corso: a Firenze ad esempio a fronte di una portata media annua copiosa di circa 50 m³/s, il fiume può scendere anche, in estati particolarmente siccitose, a valori di appena 1 m³/s; a Pisa, dove l’Arno ha già ricevuto anche tutti i suoi affluenti e più che raddoppiato la sua portata media, le sue portate minime estive possono oscillare tra i 6 e gli appena 2 m³/s.

Per contro il fiume in autunno è soggetto a piene assai violente ed impetuose, spesso causa di devastanti alluvioni: i documenti storici ne ricordano ben 172 dal 1177 al 1941.

La più devastante a memoria d’uomo fu quella del 4 novembre 1966 che sfiorò secondo alcune stime 2.500 m³/s a Pisa, 3.540 a Rosano (Rignano sull’Arno) e ben 4.500 a Firenze (che ne fu pesantemente investita): allora l’Arno esondò dalle arginature invadendo ampie zone del Casentino, della piana empolese e pisana, e soprattutto l’intero centro storico di Firenze, causando decine di vittime e danni incalcolabili al patrimonio artistico e monumentale della città; a Pisa crollò anche uno dei principali ponti cittadini.

L’alluvione del 1966 è solo l’ultima in ordine di tempo di una serie di piene distruttive che nei secoli cambiarono numerose volte il volto di Firenze: nota infatti è la disastrosa alluvione del maggio 1333, che distrusse il ponte romano che insisteva sul sito dell’attuale Ponte Vecchio e che travolse la Statua Mutila, che secondo i cittadini rappresentava Marte, antico patrono della città toscana. In tutta Firenze, e in molte altre città e paesi lungo il corso del fiume, sono visibili segni affissi per ricordare il livello di piene di diverse epoche.

La sorgente dell’Arno, detta Capo d’Arno, si trova nel comune di Pratovecchio Stia in provincia di Arezzo. Presso Montevarchi e San Giovanni Valdarno, ultimo comune aretino, entra in provincia di Firenze, uscendone presso Fucecchio. Da qui scorre in provincia di Pisa fino alla foce.

Lungo il suo percorso attraversa diverse città e paesi, le più importanti sono Firenze, Empoli, Fucecchio, Santa Croce sull’Arno, Pontedera, Cascina e Pisa.