Armi Automatiche Scotti S.A.

Costituzione: 17 febbraio 1932

Codice ISMIN: 6882

La Scotti-Isotta Fraschini 20/70 era un cannone-mitragliera italiano. Era un'arma multiruolo, che poteva essere utilizzato sia come in funzione contraerea che controcarro, disponibile sia in affusti terrestri che navali.

Lo sviluppo dell'arma comincia nel 1928, per opera del progettista Alfredo Scotti, che la ideò inizialmente per l'impiego come cannone aeronautico: infatti nella prima guerra mondiale, diversi cannoni, da 20, 37 e persino 47 mm, erano stati installati sui bombardieri, per il bombardamento terrestre e antinave. L'arma impiegava il sistema di funzionamento automatico a rinculo, con canna fissa e blocco geometrico dell'otturatore rimosso per azione del gas, ideato dallo stesso Alfredo Scotti, e caratteristico di tutte le armi automatiche... Altro

ISMIN Immagine Stampatore Provincia Emissione Taglio Rarità Valore
A-6882-Reparto Officine Carte Valori - Unione Tipo-Litografica BrescianaBrescia1939Azione da Lire 50R4 (251-500 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)
B-6882-Reparto Officine Carte Valori - Unione Tipo-Litografica BrescianaBrescia19395 azioni da Lire 50R4 (251-500 pezzi)S4 (da 101 a 250 €)
C-6882Armi Automatiche Scotti S.A.-3Reparto Officine Carte Valori - Unione Tipo-Litografica BrescianaBrescia193910 azioni da Lire 50R5 (101-250 pezzi)S5 (da 251 a 500 €)
D-6882-Reparto Officine Carte Valori - Unione Tipo-Litografica BrescianaBrescia1939100 azioni da Lire 50R5 (101-250 pezzi)S5 (da 251 a 500 €)
E-6882-Reparto Officine Carte Valori - Unione Tipo-Litografica BrescianaBrescia1939250 azioni da Lire 50R5 (101-250 pezzi)S5 (da 251 a 500 €)
F-6882Armi Automatiche Scotti S.A.-6Reparto Officine Carte Valori - Unione Tipo-Litografica BrescianaBrescia1939500 azioniR5 (101-250 pezzi)S5 (da 251 a 500 €)

La Scotti-Isotta Fraschini 20/70 era un cannone-mitragliera italiano. Era un’arma multiruolo, che poteva essere utilizzato sia come in funzione contraerea che controcarro, disponibile sia in affusti terrestri che navali.

Lo sviluppo dell’arma comincia nel 1928, per opera del progettista Alfredo Scotti, che la ideò inizialmente per l’impiego come cannone aeronautico: infatti nella prima guerra mondiale, diversi cannoni, da 20, 37 e persino 47 mm, erano stati installati sui bombardieri, per il bombardamento terrestre e antinave. L’arma impiegava il sistema di funzionamento automatico a rinculo, con canna fissa e blocco geometrico dell’otturatore rimosso per azione del gas, ideato dallo stesso Alfredo Scotti, e caratteristico di tutte le armi automatiche e semiautomatiche di sua creazione.

In questa funzione, il cannone restò sostanzialmente ignorato dalle autorità italiane, le quali non erano interessate, per uso aeronautico, a nessun calibro che fosse più pesante del 12,7 mm, per il quale i tecnici italiani stavano contemporaneamente sviluppando i proiettili esplosivi.

L’arma, in effetti, da un lato era giunta in ritardo e dall’altro era molto avanti rispetto al suo tempo. Alla fine degli anni venti i bombardieri non utilizzavano più cannoni pesanti per il tiro diretto al suolo (solo durante la seconda guerra mondiale tutte le potenze impegnate nel conflitto sentirono la necessità di disporre di nuovo di cannoniere volanti, per il tiro anticarro e antinave, e di cannoni con proiettili ad elevata velocità iniziale, per il tiro contro i bombardieri) e d’altronde nessun caccia o aereo d’attacco monomotore dell’epoca poteva ospitare un’arma così massiccia e sparante una munizione eccezionalmente potente come il 20 × 138 mm B, con il relativo rinculo. Ancora alla fine degli anni trenta infatti, i tedeschi, pur attratti dall’idea di disporre di un’arma in grado di abbattere i bombardieri restando fuori dalla portata del loro fuoco difensivo, dovettero rinunciare all’uso sui caccia dell’MG C/30L (versione avionizzata del 2cm FlaK 30, sparante la stessa cartuccia della Scotti), mentre i giapponesi utilizzarono solo in torretta, sui bombardieri, i cannoni HO-1 e HO-3 (versioni avionizzate del fucile anticarro Type 97) pur un po’ più leggeri, e sparanti munizioni meno potenti, dei loro “parenti” europei.

Visto il disinteresse delle autorità italiane, Scotti, nel 1932, vendette il brevetto, per tutte le nazioni eccetto l’Italia, alla Swiss Oerlikon che negli anni successivi, pubblicizzandola come arma ideale per il fuoco anticarro e antiaereo, la rivendette alla Cina e ad alcuni paesi sudamericani, attratti dal poter disporre a basso costo (l’arma era infatti di produzione facile ed economica) di un’arma moderna e polivalente, che per di più aveva la fama di essere l’originale da cui Marc Birkigt aveva tratto il principio di funzionamento del cannone Hispano-Suiza HS.404 (ugualmente funzionante a rinculo con blocco geometrico rimosso per azione del gas, ma con blocco di tipo oscillante, non rotante come nello Scotti), usato da due della maggiori potenze del temp].

Anche in questa veste, il cannone ricevette una nuova valutazione negativa dalle autorità italiane che, nella gara indetta nel 1935 per la fornitura di una mitragliera da 20 mm, le preferirono la Breda 20/65 Mod. 1935.

Lo sviluppo, in Italia, continuò per opera della Isotta Fraschini, che aveva acquistato i progetti dell’arma nel 1938. La versione Mod. 1939 installata su affusto a candeliere fu impiegata dalla Regia Aeronautica per la difesa delle installazioni e dalla Regia Marina sulla maggior parte delle sue navi e sui suoi treni armati. L’esercito olandese, pressato da esigenze belliche, nel dicembre del 1939 ordinò all’Isotta Fraschini 100 esemplari del cannone, completi di cinquemila munizioni per arma, su affusto campale, con riserva per ordinarne altri 100 esemplari (che verranno poi ordinati nel marzo del 1940). Di questi, 46 esemplari, rinominati dagli olandesi 2 tl no.2, vennero consegnati tra il gennaio ed il maggio 1940, con gli ultimi 11 esemplari che risultano fortunosamente consegnati il 14 maggio, ad invasione tedesca già in corso.

Anche se meno prestante, l’arma era di più facile realizzazione e manutenzione rispetto alla Breda; per questo, a guerra iniziata, la creazione di Scotti destò nuovo interesse presso i comandi militari e venne ordinata in alcune centinaia di unità: questa versione su affusto ruotato, detta Mod. 1941, fu prodotta in circa 300 esemplari dalla Isotta Fraschini ed anche dalla Officine Meccaniche. Le armi prodotte da quest’ultima, del tutto identiche, sono spesso denominate “Scotti-OM 20/70 Mod. 1941”. Dopo l’armistizio, fu utilizzata dalla Wehrmacht come 2 cm Scotti (i) contro i partigiani jugoslavi. Esemplari di preda bellica furono utilizzati anche dall’esercito britannico. Rimase poi in servizio con l’Esercito Italiano e la Marina Militare nel dopoguerra.

Lo sviluppo presso l’Isotta Fraschini non si fermò al Mod. 41. Esemplari dell’arma vennero alimentati a nastro metallico a maglie disgreganti, ed operarono soddisfacentemente fino a cadenze di tiro di 600 colpi al minuto[3]. Queste prestazioni, date le mutate esigenze operative, e mutate caratteristiche tecniche dei velivoli, l’avrebbero di nuovo resa interessante per il suo originario uso aeronautico, ma le difficoltà di montaggio sugli aerei esistenti, e l’armistizio, al contrario di quanto avvenuto per la HS.404, prevennero ogni uso operativo in tal senso.